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Caccia ai PFAS

  • ufficiostampa07
  • 2 set 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Un team di ENEA sta lavorando ad nuova applicazione per depurare l’acqua dai PFAS.


Il lavoro di ENEA

Un team di ricercatori del Centro ENEA di Bologna sta lavorando a una nuova applicazione della tecnologia basata su un fascio di elettroni di energia controllata, per rimuovere i PFAS dalle acque per uso civile.

L’azione chimico-fisica del fascio di elettroni permetterebbe di degradare questi inquinanti, altamente persistenti nell’ambiente, in sostanze più facili da rimuovere e di trattare, allo stesso tempo, grandi volumi di acqua in tempi molto brevi.


Cosa sono i PFAS

I PFAS sono molto diffusi: vengono utilizzati, ad esempio, negli indumenti impermeabili e anti-macchia, nelle schiume antincendio e nei tessuti ignifughi, nei rivestimenti antiaderenti di pentole e padelle, in imballaggi come le buste di popcorn da microonde e in numerosi incarti di cibi da fast-food, nei cosmetici, nei tessuti d’arredamento, nelle vernici, nelle cromature, nelle pellicole che rivestono i pannelli solari ma anche nei materiali edili come i rivestimenti per metalli e le piastrelle. Nella banca dati dell’OCSE sono elencati oltre 4.700 tipi di molecole PFAS e tutti hanno in comune una persistenza estremamente elevata.


Metodologie di depurazione

Finora non si sono rivelate efficaci le metodologie di depurazione tradizionali basate su resine a scambio ionico oppure su carboni attivi. Oltre ad essere costose, producono spesso scarti che sono essi stessi rifiuti speciali, da trattare in seguito in impianti idonei con ulteriore aggravio di costi e un inevitabile impatto ambientale. “Da qui la necessità di studiare tecnologie alternative da trasferire all’industria nazionale. Una ditta italiana specializzata in depurazione delle acque, la Tintess di Thiene (Vicenza), ha già mostrato interesse per questa innovazione e sta valutando eventuali sviluppi nella fattibilità tecnologica e nella sostenibilità del processo”, sottolinea il ricercatore dello stesso laboratorio ENEA, Alberto Ubaldini.


Il team ENEA intende trattare le acque contaminate da PFAS con plasma elettronici, una tecnologia che, utilizzando solo elettricità, converte l’acqua in una miscela di specie chimiche altamente reattive, che svolgono una rapida azione di degradazione di molteplici inquinanti, tra cui gli stessi PFAS. Non solo, permettono di trattare un grande volume di liquidi in un tempo limitato o eventualmente perfino in continuo.

 
 
 

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