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Batteri resistenti

  • ufficiostampa07
  • 4 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Batteri resistenti ai principali antimicrobici presenti ancora comunemente nell'uomo e negli animali.


I dati recenti

Recenti dati tratti da attività di sorveglianza evidenziano che la resistenza agli antimicrobici di uso comune come l'ampicillina, le tetracicline e i sulfamidici resta sempre alta, sia nell'uomo che negli animali, rispetto a patogeni importanti come Salmonella e Campylobacter. Anche la resistenza del batterio E. coli viene osservata spesso negli animali, tuttavia la resistenza di Salmonella nelle galline ovaiole è bassa. Sono queste le principali risultanze di un rapporto pubblicato oggi dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).


Il commento

Secondo Carlos Das Neves, direttore scientifico dell’EFSA e Piotr Kramarz, direttore scientifico dell'ECDC: "Un approccio One-Health globale è indispendabile per controbattere l’AMR. Solidi sistemi di sorveglianza, uso cauto degli antimicrobici e collaborazione intersettoriale sono cruciali per mitigare il rischio dai batteri resistenti agli antibiotici che possono trasmettersi tra animali e uomo".


La resistenza alla ciprofloxacina

L'elevata resistenza alla ciprofloxacina, antimicrobico fluorochinolonico di importanza cruciale per il trattamento delle infezioni da Salmonella e Campylobacter, dà adito a crescente preoccupazione. La resistenza alla ciprofloxacina è risultata in crescita in Salmonella Enteritidis e Campylobacter jejuni prelevati da campioni umani in oltre la metà dei Paesi europei che hanno fornito dati. Percentuali da elevate a estremamente elevate di resistenza alla ciprofloxacina sono state osservate in Campylobacter prelevato da animali da produzione alimentare e in Salmonella e E. coli proveniente specificatamente da pollame. Queste tendenze sono particolarmente preoccupanti in quanto l'elenco dei batteri nocivi curato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per il 2024 classifica Salmonella non tifoidea resistente ai fluorochinoloni (i sierotipi di Salmonella che non causano la febbre tifoidea) ad alta priorità.


Resistenza ad altri antimicrobiotici

Al contrario la resistenza ad altri antimicrobici di importanza cruciale in medicina umana resta sporadica per Salmonella e Campylobacter, sia per l’uomo che per gli animali destinati alla produzione di alimenti.


Sebbene la resistenza ai carbapenemi resti rara, il rilevamento occasionale di E. coli resistenti ai carbapenemi negli alimenti e negli animali richiede forte vigilanza e ulteriori indagini epidemiologiche. Ciò riveste particolare importanza perché i batteri Enterobacterales resistenti ai carbapenemi sono classificati come seria minaccia per la salute pubblica. A sostegno delle misure in atto nel 2025 l'EFSA pubblicherà il primo di una serie di pareri sullo stato attuale della presenza e diffusione dei batteri Enterobacterales produttori di carbapenemasi nella catena alimentare dell'Unione europea/Spazio economico europeo e Svizzera.


Si registrano tuttavia anche tendenze positive grazie a dati che fanno emergere progressi significativi nella riduzione dei tenori di resistenza in diversi Paesi dichiaranti. Quasi la metà dei Paesi europei che hanno presentato dati ha indicato un calo nella resistenza di Campylobacter agli antibiotici macrolidi sia in C. jejuni che in C. coli, in casi nell’uomo. Inoltre la resistenza di isolati di Salmonella Typhimurium prelevati da esseri umani alle penicilline e alle tetracicline è diminuita nel corso del tempo. Le forti tendenze all'aumento dell'indicatore di risultato chiave per la suscettibilità completa di E. coli nonché le forti tendenze alla diminuzione dell'indicatore di risultato chiave per la prevalenza di E. coli produttore di ESBL/AmpC mostrano che negli ultimi 10 anni, in diversi Stati membri dell'UE, si sono registrati incoraggianti progressi nella riduzione della resistenza agli antimicrobici negli animali destinati alla produzione di alimenti.


Una grave minaccia

Nonostante tali progressi la resistenza agli antimicrobici rimane una grave minaccia per la salute pubblica e richiede un'azione coordinata e fondata su un approccio One-Health. Tra le misure più importanti la promozione dell’uso responsabile degli antimicrobici, il miglioramento della prevenzione e del controllo delle infezioni, gli investimenti nella ricerca di nuovi trattamenti e l'attuazione di politiche nazionali forti per combattere efficacemente il fenomeno della resistenza.

 
 
 

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